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lunedì 8 luglio 2013

Intervista a Christopher Loretti

BS: presentati e parlaci della tua passione
C: Mi chiamo Christopher Loretti, 27 anni, di Crema, sono un appassionato di calcio ed in modo particolare delle magliette da calcio.


BS: come nasce l'amore per la maglia da calcio?
C: L'amore per le maglie lo potrei definire una cosa "innata", non ricordo il momento esatto in cui nacque questa attrazione, ma fin da piccolo ricordo che durante le partite oltre a seguire "il gioco" scrutavo nei dettagli ogni divisa di qualsiasi squadra, italiana, estera, più o meno blasonata, insomma tutte quelle che vedevo. L'attrazione di lì a poco si trasforma in amore, per poi divenire quasi un'ossessione e trasformarsi in collezionismo vero e proprio.
La prima maglia che acquistai fu quella away (da trasferta) del Milan, correva la stagione 1993/94. Ad oggi, tra acquistate, regalate, scambiate, ne ho un centinaio tutte rigorosamente originali.
Il mio "problema" però era il seguente: non mi accontentavo di guardare per bene le maglie e ogni tanto di comprarne una, ma mi dilettavo per ore e ore a riprodurle su carta armato di matite, pastelli e pennarelli. Arrivai persino ad creare dei quaderni appositi con tutte le maglie disegnate; questi quaderni li custodisco ancora. Forse era un modo per "possedere" tutte le magliette, sentirle tue. Crescendo poi lo strumento per disegnare magliette è diventato il computer, ancora oggi ogni tanto mi diverto nel creare casacche.


BS: Anche se è soggettivo, qual'e' secondo te la maglia più bella mai realizzata?
C: Difficile dire quale sia la più bella maglia di tutti i tempi, anche perché vanno contestualizzate nel periodo in cui vengono prodotte a seconda dei materiali a disposizione e delle mode del periodo. Penso che non si possano paragonare, ad esempio, casacche sobrie e pulite come quelle degli anni '70 con divise eccentriche, colorate e dalla vestibilità extralarge come quelle della prima metà degli anni '90. Sarebbe come paragonare il grande portiere inglese Gordon Banks con Ronaldo (il Fenomeno): ruoli ed epoche troppo diversi tra loro.
Ad ogni modo, per il mio gusto, tra le migliori maglie di sempre mi sento di citare quella della Sampdoria (unica al mondo); Liverpool 1982-85 (Umbro); Italia 1982 (Le Coq Sportif); la divisa del Brasile nel suo complesso con maglia verde-oro, calzoncini blu royal e calzettoni bianchi (su tutte 1982 e 1990); Olanda home 1974 e 1988 (adidas); Germania home 1990 ed away verde 2012 (adidas); Inghilterra home 2006 (Umbro); West Ham home (1965) ed Aston Villa home (1982) in generale per stile e abbinamento cromatico; la così detta "maglia bandiera" della Lazio (1982/83); Danimarca 1986 (Hummel); Monaco in generale per la partitura diagonale bianco-rossa; Dukla Praga home anni '70; Ajax home 1993-97 con sponsor verticale Abn-Amro (Umbro); Valencia away, la Senyera, anni '70 e 2011/13 (Joma). Meritano a mio avviso una menzione la maglia del Brescia e del Bordeaux in generale per il loro design quasi unico con la "V" (scapulaire); Borussia Monchengladbach home 1972/73; Boca Jrs home inizio anni '80 con Maradona. Tra le tre italiane cito anche la away del Milan bianca con colletto e bordi manica rosso-neri (ad esempio stagione di Wembley 1963); Juventus away giallo-blu 1983/84 (Kappa); Inter centenario bianca crociata di rosso 2007/08 (Nike); Parma bianca crociata di nero anni '70 e ultimamente riproposta per il club emiliano anche da marchio Erreà; Genoa away bianca fasciata orizzontalmente di rosso-blu. Poi come modello mi piacciono particolarmente quelle con banda diagonale, dal Perù al River Plate, passando per Vasco da Gama 1982 (adidas) e Svezia away 2012 (Umbro).
Quindi, come potete vedere, è molto difficile scegliere una maglia su tutte… e oltre a quelle che ho elencato ne avrò di certo dimenticata qualcuna.

BS: Cosa pensi delle maglie attuali? C'è qualche marca che merita particolarmente?
C: Al giorno d'oggi le maglie da calcio sono realizzate sicuramente con tessuti d'avanguardia e migliori rispetto a quelli utilizzati in passato, certo il fascino non è più quello delle magliette (in "lanetta" soprattutto) prodotte fino alla fine degli anni '80. Dico così perché dagli anni '90 in poi sono subentrati fattori esterni (come la moda e gli stilisti) che hanno influenzato molto la progettazione e realizzazione delle divise; si è assistito così all'avvento di colorazioni, stili e disegni molto particolari . Ciò non significa che queste magliette fossero da cestinare o considerare brutte in toto, perché come ho detto prima vanno contestualizzate nel periodo in cui vengono prodotte.
Negli ultimi anni si sta assistendo ad un ritorno al passato, con riprese di modelli e stili vintage. Capostipite di questa "evoluzione retro" è stato il brand Umbro che con la linea "Tailored" ha ripreso a confezionare maglie semplici, pulite e sobrie tenendo conto della storia delle squadre delle quali è/era sponsor tecnico, andando anche ad utilizzare tessuti molto molto validi non in semplice poliestere ma misti ad una sorta di cotone; ciò ha contribuito a conferire ai kit Umbro un'aspetto vintage.
Umbro è quindi la marca che a mio parere merita maggiormente nel panorama dello sportwear ed in particolare di quello legato al calcio. Il brand creato dai fratelli Humphrey Brothers (-h-UM.BRO-thers) nel 1920 è sempre stato tra i migliori di sempre, salvo un periodo poco felice durato una decina d'anni tra il 1995 e il 2005. Nell'ottobre 2007 Umbro è stata rilevata dalla Nike; cinque anni più tardi, nell'ottobre del 2012, l'azienda americana ha ceduto la Umbro a Iconix Brand Group per 225 milioni di dollari. Ad oggi il futuro di Umbro non è ben definito, ma non sembra roseo: molte squadre sponsorizzate dal marchio inglese sono passate a Nike e pare che all'azienda statunitense siano affluiti anche i designer Umbro. A testimoniare ciò ci sono alcuni ultimi lavori di Nike che ricordano molto lo stile "Tailored" di cui ho detto prima, e quindi la ripresa di modelli legati al passato; si vedano ad esempio la maglia della Confederations Cup 2013 del Brasile che richiama quella dei mondiali 1990, oppure le maglie 2013 dell'Inghilterra molto sobrie e semplici. Certo Nike alterna ottimi lavori come questi appena citati a scempi come le divise sfumate del Barcellona 2012/13.
Anche adidas si comporta un po' in questo modo, alcune maglie veramente valide alternate ad altre davvero discutibili (si veda il Milan 2013/14 con inserti oro o il Real Madrid 2013/14 con inserti antracite e arancione).
Puma si sta riscattando alla grande dopo anni, con modelli che guardano al passato, senza però tralasciare l'innovazione, secondo il principio denominato "retro-future". È nata così, ad esempio, la maglia home ed away dell'Italia agli Europei 2012 o la divisa dell'Uruguay per la Confederations Cup 2013.
Tra i brand emergenti citerei l'ormai consolidata italiana Macron (Lazio, Napoli, Bologna, Aston Villa, Leeds, Millwall, Sp.Braga, solo per citare alcune squadre) in netta espansione anche all'estero; l'altra italiana Erreà molto forte in Inghilterra; Lotto pare stia tornando a buoni livelli; la spagnola Joma (Fiorentina e Valencia).
Questi per me i brand che meritano particolarmente, spero di non averne dimenticato nessuno meritevole di essere citato.


BS: Parlaci dei tuoi progetti realizzati e dei tuoi programmi futuri in ambito maglie
C: Il progetto che mi ha dato la più grande soddisfazione è quello legato alla divisa della Pergolettese per l'80° anniversario dalla fondazione. A nome della tifoseria gialloblù ho progettato e disegnato l'intera divisa (maglia, pantaloncini e calzettoni + divisa portiere) mettendo mano anche allo stemma celebrativo; la maglia è poi stata realizzata dalla Garman, sponsor tecnico della Pergolettese. Ovviamente nulla è stato lasciato al caso, ma tutto è stato motivato, è così che sono arrivato a concepire una divisa che richiamasse quella utilizzata nel 1932, con maglia gialla profilata di blu, pantaloncini bianchi e calzettoni neri. Se siete interessati e volete vedere nei dettagli il kit per l'80° della Pergolettese vi rimando a questo link: http://www.passionemaglie.it/2012/11/pergolettese-maglia-celebrativa-80-anni-garman/
Penso che nel progettare divise da calcio non si debba inventare nulla, ma guardare al passato prendendo spunto da vecchie maglie e dalla storia del club in questione; già facendo così si è a buon punto per realizzare una buona casacca.
Inoltre più che progetti veri e propri ho partecipato ad alcuni concorsi, come quello indetto da "MyRoma" per le maglie della squadra giallo-rossa della capitale (http://www.passionemaglie.it/2013/03/disegna-maglia-roma-10-divise-selezionate/) e a quello per le divise dell'Unione Venezia indetto da "VeneziaUnited" (http://www.passionemaglie.it/2013/05/contest-trecoloridaamare-disegna-maglia-unione-venezia/).

Per il futuro mi auguro che questa mia passione possa trasformarsi in un lavoro vero e proprio, anche perché significherebbe rimanere legato in un certo modo al settore della "Grafica e Comunicazione" (ambito nel quale mi sono laureato con una tesi sugli sponsor nel mondo del calcio).


 

martedì 18 giugno 2013

Intervista a "C'era una volta O Rei"


mercoledì 22 maggio 2013

Intervista a "Profilo Basso"


  
                            Foto: Diamo oggi spazio ad un amico di Bar Sport, D. di Trieste creatore della fanzine "Profilo Basso". 
Una fanzine di nicchia che però sta gia suscitando parecchi consensi in giro per l'Italia....bando alle ciance.....buona lettura!
BAR SPORT, diamo spazio a chi ci mette passione


BS: Presentati se ti fa piacere....e raccontaci della tua fede calcistica.
PF: Ciao, sono D e provengo da Trieste. Seguo l’Unione Sportiva Triestina 1918 da quando mio padre ha avuto la malsana idea di portarmi allo stadio (allora era lo stadio Pino Grezar). Avevo circa 10 anni; poco mi importava di quello che succedeva nel rettangolo verde ma ero attratto da altro. Crescendo ho cominciato a seguire assiduamente le sorti dell’UST in casa e in trasferta cosa che con gli anni mi ha fatto stringere amicizie fraterne. 

BS: Come nasce l'idea di "Profilo Basso"?
PF: Profilo Basso nasce nell’estate 2012. Da tempo mi frullava per il cervello l’idea di creare una fanzine che parlasse di quello che vedo e che interessa a più di qualcuno. Come da titolo: Football, Music e Fashion. Ma non solo. La volontà di creare una fanzine cartacea vera e propria piuttosto che qualcosa di esclusivamente virtuale. Qualcosa che resti a distanza di anni, da poter conservare e catalogare; da poter leggere in treno, sul divano, al cesso o al pub. 
Ho anche creato una pagina virtuale su Facebook convinto del fatto che una presenza sul web in ogni caso è basilare per pubblicizzarsi e farsi conoscere in ambito nazionale e internazionale. Senza tutto ciò il successo che sta avendo Profilo Basso non sarebbe stato possibile.

BS: Che messaggio vuol portare ai suoi lettori "Profilo Basso"?
PF: Profilo Basso parla di passioni comuni. Vestirsi con stile, ascoltare la musica giusta e riscoprire la passione al di fuori del rettangolo di gioco!

BS: Raccontaci del lavoro che c'è dietro una fanzine.
PF: Anche se non sembra, dietro la stesura di una fanzine c’è un lavoro pazzesco. Alla base di tutto però deve esserci la passione. Prima di tutto bisogna decidere che contenuti inserire, cosa non facile perché ho l’obbligo di essere in grado di veicolare dei contenuti sufficientemente solidi in un’epoca che tutto è a portata di un “clic”.  
Gran parte degli articoli provengono da amici che mi mandano il resoconto di un concerto piuttosto che di una partita o la recensione di un determinato disco piuttosto che di un libro. Sono tante le persone che mi han chiesto spontaneamente di collaborare cosa che mi ha fatto veramente molto piacere. 
Detto ciò ci vuole anche un po’ di gusto nell’impaginare il tutto. Fatto questo, la fanzine è pronta e l’emozione che ti assale andando in tipografia a ritirare la tua “creatura” è qualcosa di incredibile. Ultimo passo la distribuzione che avviene a mano quando mi reco in altre città a trovare gli amici, alle serate, ai concerti e on-line tramite la pagina di Facebook. 
E’ bello vedere –e ne sono stato particolarmente stupito- come nel 2013 c’è ancora tanto fervore nel ricercare una fanzine cartacea. Tanti i complimenti che ho ricevuto cosa che mi spinge sempre più ad andare avanti con maggiore entusiasmo.

BS: Cosa pensi del movimento tifo di questi anni attorno al calcio e in altri sport in Italia?
PF: Attualmente ancora per due anni sono “fuori dai giochi”, ciò non toglie che la passione in me è ancora forte. Ho girato per anni lo stivale al seguito della mia squadra tra gioie e delusioni (più le seconde) e ne ho vissuti di momenti; sicuramente i più belli della mia vita i quali porterò sempre nel mio cuore. 
Ora l’UST gioca nel campionato d’eccellenza e tutto ciò ci ha dato un po’ di “ossigeno” ritornando al bel calcio che fu ma girare l’Italia senza tessera dopo aversi fatto centinaia di Km e trovarsi i cancelli sbarrati, uscire dallo stadio perché non ti lasciavano tenere lo stendardo appeso, diffide sempre più durature non sono di certo cose facili da digerire. Il movimento –per chi lo intende in una certa maniera- è ai suoi ultimi battiti. Massimo rispetto per chi ancora ci prova e si comporta in una certa maniera.  

BS: Sappiamo che sei appassionato di musica…. raccontaci dei tuoi generi preferiti e di come la musica riempie la tua vita.
PF: Diciamo che ho incominciato ad interessarmi di tutto questo diversi anni fa quando la radio passava “Parklife” dei Blur e “Da Da Da” degli Elastica. Era il periodo del Britpop e io ci sono completamente finito dentro. Compravo dischi, stavo ore ed ore ad ascoltarli in camera, leggevo riviste musicali e mi informavo su tutto ciò che “partoriva” questo fenomeno.  
Con gli anni le mie scelte musicali hanno virato ad altri generi quali il Northern Soul, lo Ska 2Tone e con il nuovo millennio verso l’Indie-Rock che è quello che ascolto più di frequente. Cerco sempre di conoscere gruppi nuovi (e internet a tal riguardo ha dato un aiuto non indifferente), andarli ad ascoltare in Italia e all’estero e parlare per ore ed ore al pub con amici che hanno la tua stessa passione. Da qualche anno in determinate occasioni metto su anche un po’ di musica e fino a qualche mese fa organizzavo assieme ad un amico dei dj-set al pub. Tutto questo mi ha portato a conoscere diversa gente che ora sono dei miei grandi amici, scoprire gruppi nuovi e prendere qualche sbronza di troppo.

BS: Considerazioni generali. Lasciaci pure i contatti per chi è interessato ad avere la tua fanzine.
PF: Innanzitutto grazie per avermi dedicato questo spazio. E colgo l’occasione per farvi i complimenti del bel lavoro che state portando avanti con “Bar Sport”. Vi rimando alla pagina Facebook della fanzine che ricordo è aggiornata quotidianamente e all’indirizzo e-mail dove si può ordinare Profilo Basso.

https://it-it.facebook.com/ProfiloBassoFanzine
profilobassofanzine@libero.it