Una lattina di Coca Cola che vola nel cielo tedesco. Uno stadio misero
con le tribune in legno. Boninsegna a terra, stordito. Una squadra allo
sbando. Corso che prende a calci l'arbitro. Una notte interminabile. E poi un processo lungo quaranta giorni e colpi bassi e insulti. Infine, la vittoria.
Era il 20 ottobre del 1971. Allo stadio del Borussia di Moenchengladbach arrivava una delle Inter più forti di sempre, quella campione d'Italia in carica di Giovanni Invernizzi. Probabilmente fu proprio l'eccesso di sicurezza dei nerazzurri che determinò gli eventi a loro modo drammatici di quella sera.
Gli italiani (che avevano scelto di non dormire a Moenchengladbach ma a Colonia, e che dopo un sopralluogo nella cittadina al confine olandese erano tornati in albergo convinti che all'indomani sarebbe stata una passeggiata) scendono in campo distratti e svogliati, e sin dai primi minuti vengono travolti da un Borussia scatenato che impone alla partita un ritmo da videogioco. Al 7' i tedeschi passano in vantaggio con Heynckes. Il gol sveglia i nerazzurri che al 18' riescono a pareggiare con Boninsegna. Ma la serata è solo all'inizio, e un minuto dopo il Borussia torna in vantaggio (Le Fevre). Sul 2-1, poco prima della mezzora, succede il fattaccio. Una lattina di Coca Cola partita dagli spalti colpisce Boninsegna in testa. L'attaccante si accascia, proprio dalle parti del calcio d'angolo. E' stordito. Intorno a lui tutti impazziscono. Il campo si affolla, l'arbitro non capisce più nulla. La lattina sparisce, Boninsegna resta a terra, si sollevano le prime velate accuse ("gli italiani, le solite scene"), l'arbitro riporta la calma in campo con molta fatica, la partita riprende ma i nervi sono saltati, anche perché alla confusione si aggiunge la certezza dei nerazzurri di aver vinto la partita per tre a zero, come da regolamento italiano.
Il caos ha sulle due squadre effetti opposti. Gli italiani perdono il filo logico della serata, i tedeschi trovano un furore mai visto. Il risultato finale ha dell'incredibile: 7-1 per i padroni di casa. L'ultimo gol arriva su un rigore inesistente che fa saltare i nervi a Corso che prende a calci l'arbitro. Il 7-1 è un risultato imbarazzante ma la qualificazione alla fase successiva della Coppa Campioni è assicurata dal risultato a tavolino.
La doccia gelata travolge l'Inter in albergo, poche ore dopo, quando un grido spezza il silenzio della notte. È il ds Franco Manni che urla a Peppino Prisco tutto il suo stupore: "Avvocato, guardi qui: nel regolamento dell'Uefa non è previsto un caso come questo... Ho sfogliato dieci volte il volumetto, nella versione in francese; niente!". E quindi niente 3 a 0 a tavolino.
Fu nei giorni seguenti che l'Italia scoprì il genio di Prisco. Che con una difesa magistrale ed estenuante (l'ultima arringa finì a mezzanotte) convinse l'Uefa a rigiocare la partita anche se nel regolamento non c'era una sola parola sulla responsabilità oggettiva dei club. Il resto, finalmente, furono verdetti del campo. L'Inter vinse la gara d'andata a San Siro con un drammatico 4-2; poi pareggiò 0-0 la replica del match annullato, in campo "quasi neutro", a Berlino. Quella notte fu il trionfò di un giovanissimo Ivano Bordon (era la riserva di Lido Vieri) che, schierato titolare, parò praticamente tutto.
IL TABELLINO DELLA PARTITA
Borussia-Inter 7-1
BORUSSIA (4-3-3) Kleff - Vogts, Müller, Sieloff, Bleidick - Bonhof, Netzer (80' Wittkamp), Kulik - Wimmer, Heynckes, Le Fèvre.(all. Weisweiler)
INTER (4-4-2) Vieri (46' Bordon) - Oriali, Giubertoni, Burgnich, Facchetti - Fabbian, Bedin, Corso, Mazzola - Jair, Boninsegna (Ghio) (all. Invernizzi)
Marcatori: Heynches, Heynches, Boninsegna, Le Fevre, Le Fevre, Netzer, Netze, Sieloff ( R ).
Arbitro: Porpman (Ola)
Tratto da: http://www.repubblica.it/2009/04/sport/calcio/inter-lattina/inter-lattina/inter-lattina.html
Era il 20 ottobre del 1971. Allo stadio del Borussia di Moenchengladbach arrivava una delle Inter più forti di sempre, quella campione d'Italia in carica di Giovanni Invernizzi. Probabilmente fu proprio l'eccesso di sicurezza dei nerazzurri che determinò gli eventi a loro modo drammatici di quella sera.
Gli italiani (che avevano scelto di non dormire a Moenchengladbach ma a Colonia, e che dopo un sopralluogo nella cittadina al confine olandese erano tornati in albergo convinti che all'indomani sarebbe stata una passeggiata) scendono in campo distratti e svogliati, e sin dai primi minuti vengono travolti da un Borussia scatenato che impone alla partita un ritmo da videogioco. Al 7' i tedeschi passano in vantaggio con Heynckes. Il gol sveglia i nerazzurri che al 18' riescono a pareggiare con Boninsegna. Ma la serata è solo all'inizio, e un minuto dopo il Borussia torna in vantaggio (Le Fevre). Sul 2-1, poco prima della mezzora, succede il fattaccio. Una lattina di Coca Cola partita dagli spalti colpisce Boninsegna in testa. L'attaccante si accascia, proprio dalle parti del calcio d'angolo. E' stordito. Intorno a lui tutti impazziscono. Il campo si affolla, l'arbitro non capisce più nulla. La lattina sparisce, Boninsegna resta a terra, si sollevano le prime velate accuse ("gli italiani, le solite scene"), l'arbitro riporta la calma in campo con molta fatica, la partita riprende ma i nervi sono saltati, anche perché alla confusione si aggiunge la certezza dei nerazzurri di aver vinto la partita per tre a zero, come da regolamento italiano.
Il caos ha sulle due squadre effetti opposti. Gli italiani perdono il filo logico della serata, i tedeschi trovano un furore mai visto. Il risultato finale ha dell'incredibile: 7-1 per i padroni di casa. L'ultimo gol arriva su un rigore inesistente che fa saltare i nervi a Corso che prende a calci l'arbitro. Il 7-1 è un risultato imbarazzante ma la qualificazione alla fase successiva della Coppa Campioni è assicurata dal risultato a tavolino.
La doccia gelata travolge l'Inter in albergo, poche ore dopo, quando un grido spezza il silenzio della notte. È il ds Franco Manni che urla a Peppino Prisco tutto il suo stupore: "Avvocato, guardi qui: nel regolamento dell'Uefa non è previsto un caso come questo... Ho sfogliato dieci volte il volumetto, nella versione in francese; niente!". E quindi niente 3 a 0 a tavolino.
Fu nei giorni seguenti che l'Italia scoprì il genio di Prisco. Che con una difesa magistrale ed estenuante (l'ultima arringa finì a mezzanotte) convinse l'Uefa a rigiocare la partita anche se nel regolamento non c'era una sola parola sulla responsabilità oggettiva dei club. Il resto, finalmente, furono verdetti del campo. L'Inter vinse la gara d'andata a San Siro con un drammatico 4-2; poi pareggiò 0-0 la replica del match annullato, in campo "quasi neutro", a Berlino. Quella notte fu il trionfò di un giovanissimo Ivano Bordon (era la riserva di Lido Vieri) che, schierato titolare, parò praticamente tutto.
IL TABELLINO DELLA PARTITA
Borussia-Inter 7-1
BORUSSIA (4-3-3) Kleff - Vogts, Müller, Sieloff, Bleidick - Bonhof, Netzer (80' Wittkamp), Kulik - Wimmer, Heynckes, Le Fèvre.(all. Weisweiler)
INTER (4-4-2) Vieri (46' Bordon) - Oriali, Giubertoni, Burgnich, Facchetti - Fabbian, Bedin, Corso, Mazzola - Jair, Boninsegna (Ghio) (all. Invernizzi)
Marcatori: Heynches, Heynches, Boninsegna, Le Fevre, Le Fevre, Netzer, Netze, Sieloff ( R ).
Arbitro: Porpman (Ola)
Tratto da: http://www.repubblica.it/2009/04/sport/calcio/inter-lattina/inter-lattina/inter-lattina.html
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