E' senz'altro uno fra gli episodi più curiosi dell'intera storia dei
Campionati del Mondo di calcio. Un episodio a metà tra il comico e la
farsa.
21 giugno 1982: Paolo Rossi non è ancora “Pablito”, e quel giorno a Valladolid si gioca la quarta sfida del gruppo D che oppone la Francia al Kuwait, capace quattro giorni prima,
nella sua gara d’esordio nella massima competizione calcistica, di imporre un inatteso pareggio alla navigata Cecoslovacchia. Questa volta non c’è partita: pochi minuti dopo l’inizio del secondo tempo i francesi vincono agevolmente per 3-0 grazie alle reti di Genghini, Platini e Six, mentre almeno la nazionale mediorientale riesce, a un quarto d’ora dalla fine, a segnare il punto della bandiera con un gol dell’attaccante Al Buloushi, scatenando un pittoresco balletto di tifosi e sceicchi in tribuna.
La pratica è comunque archiviata. Ma Alain Giresse, al minuto 78, segna il 4-1, ed ecco che una partita buona solo per gli almanacchi si ritaglia un posto nella leggenda. È lì che entra letteralmente in scena Al Ahmed Al Sabah, fondatore del Comitato Olimpico del Kuwait e al tempo presidente della Federazione calcistica del suo Paese, invadendo il terreno per sostituirsi all’arbitro.
Convinti di avere sentito un fischio dell’arbitro (ma il fischio arrivava dalle tribune), i giocatori del Kuwait si fermarono, Giresse segnò una rete perfettamente regolare e tutto sembrò chiudersi lì. Non per lo sceicco che prima, in un conciliabolo a distanza con i dirigenti federali che sedevano in panchina - assieme al ct Carlos Alberto Parreira - fece segno di ritirare la squadra, poi stupendo tutti scese la gradinata dello stadio Zorrilla per conferire direttamente con l’arbitro, il russo Miroslav Stupar.
“Aspettate, ora scendo io”, mimò, ed eseguì. La partita restò interrotta per nove minuti con il campo, tra militari della Guardia Civil, giocatori, ufficiali, tecnici e fotografi, invaso da una sessantina di persone. Ad Al Ahmed Al Sabah, padre-padrone del calcio in Kuwait e dunque abituato al decisionismo, parve normale: se quel Mondiale si fosse disputato nella sua patria, probabilmente avrebbe requisito il pallone e mandato tutti a casa.
Ma alla fine, in effetti, anche allora decise lui: l’arbitro Stupar, evidentemente intimorito o forse semplicemente troppo poco sereno per far valere la propria autorità, annullò così una rete regolarissima, e quando lo sceicco tornò in tribuna applaudendo toccò ai giocatori francesi e al loro ct Hidalgo lamentarsi, non tanto dell’annullamento del gol quanto delle modalità piuttosto inconsuete. Il 4-1 arrivò poi all’ultimo minuto della gara, grazie a un gol di Maxime Bossis. Quel Francia-Kuwait fu l’ultima gara diretta ai Mondiali da Stupar: la Fifa, subito dopo, lo radiò dalle competizioni internazionali, e la sua carriera cominciò un rapido declino.
tratto da Fahad, la parabola dello sceicco che si sostituì all'arbitro di Lorenzo Longhi (Sky Sport)
21 giugno 1982: Paolo Rossi non è ancora “Pablito”, e quel giorno a Valladolid si gioca la quarta sfida del gruppo D che oppone la Francia al Kuwait, capace quattro giorni prima,
nella sua gara d’esordio nella massima competizione calcistica, di imporre un inatteso pareggio alla navigata Cecoslovacchia. Questa volta non c’è partita: pochi minuti dopo l’inizio del secondo tempo i francesi vincono agevolmente per 3-0 grazie alle reti di Genghini, Platini e Six, mentre almeno la nazionale mediorientale riesce, a un quarto d’ora dalla fine, a segnare il punto della bandiera con un gol dell’attaccante Al Buloushi, scatenando un pittoresco balletto di tifosi e sceicchi in tribuna.
La pratica è comunque archiviata. Ma Alain Giresse, al minuto 78, segna il 4-1, ed ecco che una partita buona solo per gli almanacchi si ritaglia un posto nella leggenda. È lì che entra letteralmente in scena Al Ahmed Al Sabah, fondatore del Comitato Olimpico del Kuwait e al tempo presidente della Federazione calcistica del suo Paese, invadendo il terreno per sostituirsi all’arbitro.
Convinti di avere sentito un fischio dell’arbitro (ma il fischio arrivava dalle tribune), i giocatori del Kuwait si fermarono, Giresse segnò una rete perfettamente regolare e tutto sembrò chiudersi lì. Non per lo sceicco che prima, in un conciliabolo a distanza con i dirigenti federali che sedevano in panchina - assieme al ct Carlos Alberto Parreira - fece segno di ritirare la squadra, poi stupendo tutti scese la gradinata dello stadio Zorrilla per conferire direttamente con l’arbitro, il russo Miroslav Stupar.
“Aspettate, ora scendo io”, mimò, ed eseguì. La partita restò interrotta per nove minuti con il campo, tra militari della Guardia Civil, giocatori, ufficiali, tecnici e fotografi, invaso da una sessantina di persone. Ad Al Ahmed Al Sabah, padre-padrone del calcio in Kuwait e dunque abituato al decisionismo, parve normale: se quel Mondiale si fosse disputato nella sua patria, probabilmente avrebbe requisito il pallone e mandato tutti a casa.
Ma alla fine, in effetti, anche allora decise lui: l’arbitro Stupar, evidentemente intimorito o forse semplicemente troppo poco sereno per far valere la propria autorità, annullò così una rete regolarissima, e quando lo sceicco tornò in tribuna applaudendo toccò ai giocatori francesi e al loro ct Hidalgo lamentarsi, non tanto dell’annullamento del gol quanto delle modalità piuttosto inconsuete. Il 4-1 arrivò poi all’ultimo minuto della gara, grazie a un gol di Maxime Bossis. Quel Francia-Kuwait fu l’ultima gara diretta ai Mondiali da Stupar: la Fifa, subito dopo, lo radiò dalle competizioni internazionali, e la sua carriera cominciò un rapido declino.
tratto da Fahad, la parabola dello sceicco che si sostituì all'arbitro di Lorenzo Longhi (Sky Sport)
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